Programma Gol: sviluppare competenze per il reinserimento lavorativo
- Date 5 Agosto 2022
Cristina Tajani, presidente Anpal, traccia un quadro sintetico delle linee d’azione in tema di politiche attive.
COS'È IL PROGRAMMA GOL?
Il programma GOL, il cui significato è “Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori” è stato introdotto per rilanciare l’occupazione in Italia e combattere la disoccupazione.
Prevede una serie di misure per il reinserimento lavorativo dei disoccupati, dei percettori di Reddito di Cittadinanza, dei lavoratori in cassa integrazione, dei disabili, delle donne, dei giovani, degli over 50 e di altre categorie.
Entro il 2025 coinvolgerà 3 milioni di beneficiari, di cui 800.000 in attività formative, 300.000 delle quali relative alle competenze digitali.
L'INTERIVISTA ALLA PRESIDENTE ANPAL
Quale ruolo può assumere Anpal Servizi all’interno di GOL?
“In questa fase l’Agenzia vuole rappresentare un punto di riferimento sicuro e affidabile per quelle Regioni che sono in ritardo con il Piano di potenziamento dei centri per l’impiego e che quindi necessitano di affiancamento, in particolare per quello che riguarda l’importante attività di assessment dei beneficiari da cui dipenderà molto il buon esito del Programma. E già da qualche settimana 5.131 operatori dei centri per l’impiego sono impegnati nel corso “Assessment del Programma GOL”, realizzato da Anpal Servizi e Anpal in accordo con le Regioni, utile a gestire con modalità univoche uno dei passaggi più innovativi del Programma GOL: l’analisi delle caratteristiche socio-lavorative e professionali degli utenti da inserire nel percorso più adatto”.
Che importanza avranno i territori?
“Vincere la sfida innescata da GOL dipenderà proprio dalla capacità dei territori di interpretare correttamente i bisogni dei cittadini. Occorre lavorare di più con le Regioni per costruire un forte radicamento sul territorio di tutti i servizi per il lavoro accrescendone sempre di più i livelli di prossimità. Fondamentale risulterà lo sviluppo di un reale coinvolgimento di imprese e territori specie nell’identificare fabbisogni di competenze e disponibilità di offerte di lavoro. Finalmente abbiamo l’opportunità di consentire alle politiche attive di fare quel salto di qualità che tutti si aspettano superando la tradizionale logica di contrapposizione tra Stato centrale e Regioni. Con GOL il confronto tra le istituzioni prova a innovare con un approccio costruttivo: fissati gli standard nazionali è stato possibile prevedere differenziazioni territoriali a seconda della disponibilità di risorse e degli indirizzi che il territorio vuole dare”.
E’ possibile conciliare l’investimento nelle politiche attive del lavoro con le misure di sussidio e sostegno come il reddito di cittadinanza?
“Il Programma GOL per la prima volta inserisce nei target dei beneficiari anche i lavoratori poveri e non solo i disoccupati. Uno strumento che il governo ha messo a disposizione per riqualificare i working poor e accompagnarli verso occupazioni più stabili, nonché per far fronte alla mancanza di lavoratori in alcuni settori. Per rispondere alle tasche di sotto – occupazione è chiaro che il reddito di cittadinanza non basta ma va affiancato. Per la prima volta abbiamo risorse economiche e personale per un piano di politiche attive universalistico, cioè in grado di prendere in carico neet, disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza ma anche lavoratori poveri, perché i salari italiani sono rimasti al palo. La chiave del modello è la formazione e la riattivazione”.
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Fonte: Anpal Servizi S.p.A.